venerdì 28 dicembre 2007

L'asinello sardignolo


Mio padre ha creato un asinello di creta per il suo presepe e lo ha sistemato nel salone. Chiunque entri in questa casa esprime il suo giudizio sullo sceccarello che alla fine si rivela sempre negativo! Tutto ciò mi ha suggerito una storiella (banale e infantile, lo so, ma sempre una storiella è...). Ecco qui:

L’asinello sardignolo
Era un asinello sardignolo, uno di quelli più piccoli degli altri, basso, curvo, le zampe posteriori ingrossate per il gravoso carico, il ventre dilatato per lo sforzo quotidiano, la testa sempre bassa per la vergogna.
Chiunque lo vedeva scherniva lui e il suo padrone, che nella vita faceva il pastore.
La lavandaia che andava a riempire d’acqua la piccola giara diceva: “Stu sceccu non mi piaci!”.
Il pescatore: “Avi a testa troppu piccula!”
Il fornaio: “E chi ‘mbali stu cosu? Non si poti mancu muntari! A mmia non mi rreggi sicuru!”
Anche la moglie e i figli, ogniqualvolta vedevano arrivare il capofamiglia accompagnato dal povero animale, urlavano: “Che bruttu stu sceeeeeccu!!! Ma non era megghiu s’avissi ccattatu na crapa? Almenu mbiviumu latti!”. Ma lui non badava a queste parole e rispondeva sempre: “E’ sardignolu! E’ sardignolu!”.
Soltanto i bambini, forse per la piccola statura dell’asinello che rende tutte le cose più affabili, forse perché lo vedevano mansueto, ogni volta che lo incontravano gli correvano dietro e giocavano con lui, lo montavano e gli tiravano la coda e le orecchie. All’asinello non dava fastidio, anzi…
E il pastore sembrava contento di questo, mentre seguiva la grossa stella luminosa…

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