venerdì 3 dicembre 2010

Imitazioni


     Una mattina ero a casa per un mal di testa finto e ho visto in televisione un documentario sugli insetti imitatori.
     Da qualche parte, ai tropici, vive una mosca che imita le vespe. Ha quattro ali come tutte quelle della sua specie, ma le tiene una sull'altra, così sembrano due. Ha l'addome a strisce gialle e nere, le antenne e gli occhi sporgenti e ha anche un pungiglione finto. Non fa niente, è buona. Ma, vestita come una vespa, gli uccelli, le lucertole, persino gli uomini la temono. Può entrare tranquilla nei vespai, uno dei luoghi più pericolosi e vigilati del mondo, e nessuno la riconosce.
     Avevo sbagliato tutto.
     Ecco cosa dovevo fare.
     Imitare i più pericolosi.

Niccolò Ammaniti, "Io e te"

Pirita...


     Da più di quattro giorni stavo a New York e non ero ancora andato in bagno. Mi sentivo gonfio. Mentre camminavo per strada spesso rilasciavo attimi di aria, che tra l’altro non sembravano miei. Non li riconoscevo, avevano un odore diverso. All’estero non sono le tue, sono straniere. In giro per Manhattan facevo quelle che si chiamano le “seguge”. Pensi di liberartene mentre le fai e loro invece ti seguono. Sono dense e non ti mollano. L’errore più elementare con le seguge è farle prima di entrare in macchina pensando di lasciarle fuori: invece, dopo un secondo che sei seduto, le senti. Salgono come le nuvole in montagna.
     In quei giorni ogni volta che andavo in bagno per fare la pipì cercavo di capire se, impegnandomi, riuscivo a fare dell’altro. Anche se sono un maschio faccio la pipì seduto, come le donne. Cresciuto con mia madre, mia nonna e mia zia ho sempre visto fare la pipì seduti. La faccio in piedi solamente quando sono in un bagno pubblico. Perfino a casa di amici mi siedo. Anche perché in piedi tutti gli schizzi vanno in giro e non mi piace. Poi ho tutte le mie abitudini per andare in bagno. A casa mi tolgo sempre la camicia. Ho paura che si infili da qualche parte. D’estate addirittura mi piace spogliarlo mi completamente nudo. Via anche i pantaloni, così posso allargare bene le gambe e mi sento libero. A gambe strette ho sempre l’impressione di cacare fettuccine.
     In quei quattro giorni a New York mi sedevo e spingevo. Stringevo i denti e mi muovevo avanti e indietro con il busto. Sembravo Ray Charles al pianoforte.

Fabio Volo, "Il giorno in più"

giovedì 13 maggio 2010

Altro che Blade Runner!!!


     "Ragazzi," proseguì il vocione, "nei miei viaggi nello spazio ho visto un bel po' di cose strabilianti. Ho visto Dyurnus, il pianeta con i petali che si chiudono di notte, e Pollices, il pianeta
magnetico autostoppista che si attacca all'orbita dei pianeti più grandi. Ho visto volare Myron, lo Stadio da un milione di posti dove si tennero le ultime olimpiadi spaziali. Ho fatto il bagno nel mare di Arutas dove si vede il fondo settemila metri sotto, e ho visto nuotare le balene trasparenti con il cuore luminoso.
     Ho attraversato la giungla dei sigari giganti di Reemstma e il suo fumo pestilenziale, ho visto duelli di comete e matrimoni tra
mirtilli giganti. Ho visto i pornofunghi di Transpluto accoppiarsi in quaranta modi diversi, e ho catturato e tenuto in gabbia quattro piccoli arcobaleni di Tramuntium. Ho bevuto le nuvole ai quattro gusti del cielo di Freskho e ho fumato la marijuana del satellite Aptenodytes insieme a dodici pinguini, o almeno così
mi è sembrato dopo. Ma mai, dico mai, ho visto un posto bello come questo."

Stefano Benni, "Terra!"

sabato 27 marzo 2010

Sospiri sospesi...



     La concezione di un ponte, è bello perché unisce. Io sono a favore dei ponti perché uniscono. Ma dovrebbero unire due nazioni diverse. Non si può unire la Calabria con la Sicilia, porca puttana. Potremo unirle quando la Sicilia sarà come la Svizzera e la Calabria sarà come l'Austria. Allora, perfetto. Ma non si può. Si stanno sui coglioni da un milione di anni. Uno dice: "La minghia della minghia della minghia del ponte", e l'altro dice: "To tetto che sto cazzo te minchia te ponte non lu voglio acca'". Uno espira, l'altro inspira.

Beppe Grillo, "Tutto il Grillo che conta"

Io però il ponte lo voglio, eccome...

Consiglio alla donna...


     Mi piacciono i tacchi alti che porti. Mi fanno impazzire. Queste donne moderne non sanno quello che perdono. I tacchi alti valorizzano il polpaccio, le cosce, il culo; danno un ritmo alla camminata. Mi eccitano da pazzi!

Charles Bukowski, "A Sud di nessun Nord"

sabato 9 gennaio 2010

Storie di umiltà...


     La Madonna, con il Bambino Gesù fra le braccia, aveva deciso di scendere in Terra per visitare un monastero. Orgogliosi, tutti i monaci si misero in una lunga fila, presentandosi ciascuno davanti alla Vergine per renderle omaggio. Uno declamò alcune poesie, un altro le mostrò le miniature che aveva preparato per la Bibbia e un terzo recitò i nomi di tutti i santi. E così via, un monaco dopo l'altro, tutti resero omaggio alla Madonna e al Bambino.

     All'ultimo posto della fila ne rimase uno, il monaco più umile del convento, che non aveva mai studiato i sacri testi dell'epoca. I suoi genitori erano persone semplici, che lavoravano in un vecchio circo dei dintorni, e gli avevano insegnato soltanto a far volteggiare le palline in aria.

     Quando giunse il suo turno, gli altri monaci volevano concludere l'omaggio perché il povero acrobata non aveva nulla di importante da dire e avrebbe potuto sminuire l'immagine del convento. Ma anche lui, nel profondo del proprio cuore, sentiva un bisogno immenso di offrire qualcosa a Gesù e alla Vergine.

     Pieno di vergogna, sentendosi oggetto degli sguardi di riprovazione dei confratelli, tirò fuori dalla tasca alcune arance e cominciò a farle volteggiare: perché era l'unica cosa che egli sapesse fare.

     Fu solo in quell'istante che Gesù Bambino sorrise e cominciò a battere le mani in braccio alla Madonna. E fu verso quel monaco che la Vergine tese le braccia, lasciandogli tenere per un po' il bambinello.


Paulo Coelho, "L'Alchimista"

Ma, come stile e argomento, non vi ricorda un po' questo post? ;)

mercoledì 30 dicembre 2009

Teeeeeeeenebre! Pauuuuuuuuuuuuuura!


     «Gli adepti abbassarono il capo. Il leader sollevò gli occhi al soffitto e allargò le braccia.
- Chi è il vostro padre carismatico?
- Tu! - dissero in coro le Belve.
- Chi ha scritto le Tavole del Male?
- Tu!
- Chi vi ha insegnato la Liturgia delle Tenebre?
- Tu!
- Chi ha ordinato le pappardelle alla lepre? - fece il cameriere con una sfilza di piatti fumanti sulle braccia.
- Io! - Saverio allungò una mano.
- Non toccare che scottano».


Niccolò Ammaniti, "Che la festa cominci"

Niccolò è sempre Niccolò...

lunedì 30 novembre 2009

Stereotipi tecnologici


    «Ricordi l'anno scorso, quando Strathmore ha sventato quell'attacco terroristico antisemita in California?»
[...]
    Era troppo preoccupato per notare l'uomo dagli occhiali cerchiati di metallo che lo osservava dal marciapiede opposto.
[...]
    Arrivato in strada, l'uomo dagli occhiali cerchiati di metallo sfilò dalla cintura un minuscolo dispositivo, un congegno rettangolare delle dimensioni di una carta di credito. Era il prototipo del nuovo computer Monocle. Messo a punto dalla marina statunitense per facilitare ai tecnici la registrazione del voltaggio delle batterie negli spazi angusti dei sommergibili, il computer miniaturizzato conteneva un modem cellulare e gli ultimi ritrovati della microtecnologia. Il monitor, costituito da un display trasparente a cristalli liquidi, era montato sulla lente sinistra degli occhiali. Monocle rappresentava una nuova era del personal computer: l'utente poteva guardare attraverso i dati e continuare a interagire con il mondo intorno a lui.
    L'aspetto veramente rivoluzionario di Monocle, peraltro, non era il piccolissimo display, ma piuttosto il sistema di inserimento dei dati. L'utente digitava le informazioni attraverso minuscoli contatti fissati alla punta delle dita; toccare i contatti in sequenza dava luogo a una sorta di stenografia, simile a quella usata in tribunale, che poi il computer traduceva in inglese.


Dan Brown, "Crypto"

...avrei potuto continuare all'infinito. LO STEREOTIPO FATTO LIBRO! Che cazzate...

giovedì 5 novembre 2009

Cos'è l'amore? Semplice...


     Fare l’amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L’amore non si manifesta col desiderio di fare l’amore (desiderio che si applica ad una infinità di donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica ad un’unica donna).



Milan Kundera, "L'insostenibile leggerezza dell'essere"

domenica 25 ottobre 2009

Vivi ad alta velocità, muori giovane e lascia dietro di te un cadavere gradevole



    È una serata molto particolare al Roxy, un bar del Sunset Boulevard di Hollywood. È un freddo 4 marzo quello del 1982 a Los Angeles, California. Il locale di solito fa musica rock, ma quella sera ha da proporre ben tre attori famosissimi. Si tratta di Robert De Niro, Robin Williams e John Belushi. Rispettivamente di trentanove, trenta e trentatre anni. Siedono a un tavolo vicino al palco, e ridendo e scherzando attendono l’inizio della serata. […] Il terzo è John Belushi, pazzo scatenato, è il pupillo di tutti i giovani. Con il programma televisivo Saturday Night Live e il suo amico attore Dan Aykroyd, ha rivoluzionato il modo di fare comicità in Tv in America. Ha girato film esilaranti come Animal House, Chiamami Aquila e The Blues Brothers. È all'apice della sua carriera, il massimo che può raggiungere visto che il giorno dopo non lo vedrà mai.
    Verso le 23.15, una ragazza di nome Cathy Smith raggiunge il loro tavolo e si rivolge a John. Parlottano un po' e lei gli dà un sacchetto con dentro qualcosa. Gli altri due sanno benissimo di cosa si tratta, sono diversi anni che John conduce una vita pericolosa permettendosi ogni tipo di eccesso. Cathy e lui si sono incontrati nel 1976 durante una puntata del Saturday Night Live, lei fa al corista per The Band. Da quel momento hanno cominciato a frequentarsi e lei procura spesso la roba a John. [...] L'attore ha un motto: «Vivi ad alta velocità, muori giovane e lascia dietro di te un cadavere gradevole», e pare che voglia a tutti i costi mantenerlo.
    Quella sera verso l'una decide di andarsene e fa per prendere l'auto e andare a casa. Ma è talmente ubriaco che il direttore del Roxy si preoccupa e lo fa accompagnare.
    Quando è a Hollywood, Belushi vive allo Chateau Marmont Hotel, su una collina sopra il Sunset Boulevard. È un posto molto gradito alle celebrità. [...]
    La mattina del 5 marzo, nel bungalow 3, John Belushi viene trovato nudo sul letto, raggomitolato sul fianco destro e morto. [...] La polizia è sul luogo e sta aspettando che arrivi il coroner Thomas Noguchi. [...]
    Noguchi arriva sul posto e constata che né sul corpo dell'attore né sul luogo del fatto ci sono segni di lotta. Su un comodino individua subito della carta per sigarette e delle ttracce di foglie verdi sminuzzate, che risulteranno essere marijuana. Per terra invece, vicino all'armadio, c'è della polverina bianca. In laboratorio risulterà essere cocaina. A quel punto il coroner si avvicina al corpo ed esamina le braccia. Poco sopra la cavità dei gomiti c'è una lieve discolorazione. Noguchi afferra l'avambraccio destro dell'attore con entrambe le mani e schiaccia la carne. Dopo un po' si vede uscire una gocciolina di sangue nel mormorio generale. La stessa cosa avviene per il braccio sinistro. Molto probabilmente Belushi è morto di overdose e qualcuno ha portato via da lì l'attrezzatura per drogarsi. In seguito si viene a sapere con chiarezza che l'attore è morto per uno speedball, una iniezione direttamente in vena di cocaina ed eroina, una vera bomba.
    Il caso viene chiuso, ma qualche mese dopo Cathy Smith rivela di essere stata nel bungalow con Belushi la notte della morter e di avergli iniettato lei la dose fatale. La donna viene arrestata e processata per omicidio di primo grado, il processo si chiude con una condanna a diciotto mesi per omicidio colposo. [...]
    John Belushi riposa oggi all'Abel's Hill Cemetery, a Martha's Vineyard, Massachusetts.



Carlo Lucarelli, "La faccia nascosta della luna"