Caddi in uno dei miei patetici periodi di chiusura. Spesso, con gli esseri umani, buoni e cattivi, i miei sensi semplicemente staccano, si stancano: lascio perdere. Sono educato. Faccio segno di sì. Fingo di capire, perchè non voglio ferire nessuno. Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai. Cercando di essere gentile con gli altri spesso mi ritrovo con l'anima a fettucce, ridotta a una specie di piatto di tagliatelle spirituali.
Non importa. Il mio cervello si chiude. Ascolto. Rispondo. E sono troppo ottusi per rendersi conto che io non ci sono.
I bicchieri continuavano a riempirsi e lui continuava a parlare. Sono sicuro che avrà detto molte cose stupefacenti. Io riuscivo solo a concentrarmi sulle sue sopracciglia...
[...]
Bevemmo un altro po', poi Sarah chiese, "Senti Jon, il padrone di casa è nero?"
"Oh, sì..."
"Non vi ha mica chiesto perchè volevate una casa qui?"
"Sì..."
"E cosa gli avete detto?"
"Gli ho detto che eravamo un film-maker e un attore, francesi."
"E lui che ha detto?"
"Ha detto, 'Oh.'"
"Nient'altro?"
"Sì, ha detto, 'Be', il culo è vostro!'"
Charles Bukowski, "Hollywood, Hollywood!"
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