sabato 19 settembre 2009
Traumi infantili e (forse) premonitori
Sono al lavoro. Non ho voglia di fare nulla. Ma proprio nulla! E' da un paio di giorni che mi sento così. Non me ne frega niente di cosa potrà dire/fare il "capo". Avrò sbagliato lavoro? Forse...
Mi è venuto in mente uno dei primi ricordi della mia infanzia: la perdita del... Patata! C'è chi perde la verginità, chi perde la testa, chi il portafogli. Io persi il Patata! A parte gli scherzi. Il Patata è un bambolotto, ognuno simile all'altro ma con proprie caratteristiche fisiche. Una razza, insomma. Ricordo che ognuno di questi aveva una magliettina con una scritta diversa. Non chiedetemi di ricordare quale scritta avesse il mio, ricordo solo che era verde (ma magari era giallo) e che me lo regalarono perchè partecipai ad un coro di bambini. Dimenticavo... Credo che all'epoca avevo 4-5 anni, non di più. Ma non vorrei dire una cazzata. Comunque. Mi ero completamente legato a quel Patata (sarà un caso?), me lo portavo ovunque, nessuno riusciva a staccarlo da me. Ci giocavo, mi addormentavo con lui, me lo portavo in giro...
Eccoli qui! Che belle sensazioni che provo nel rivederli...
Vengo subito al... trauma.
Successe che, una sera d'estate, durante uno spettacolo in un teatro all'aperto, non so come, lo persi. Lo persi CAZZO! Tornai in macchina e mi resi conto, durante il viaggio di ritorno, di non averlo più con me. Cominciai un piagnucolio senza precedenti (almeno così ricordo). Tanto che feci autoconvincere mio padre a tornare indietro e cercare di ritrovarlo. Ero in apprensione, il mio cuore batteva a duemila all'ora. Secondo voi lo trovai?
Cazzi trovai! Altro che Patata!!!
Maledetto tu sia! Ladro di Patate! Peste ti colga!
Insomma, poichè dopo circa trent'anni ricordo ancora quella scena, credo che non sia passata senza lasciare tracce nella mia mente.
Il problema, adesso, è capire quali traumi ha generato in me. Sarà qualcosa tipo premonizione? Patata, patate... Boh! Un'idea forse me la sono fatta...
NON POSSO VIVERE SENZA PATATA!!! :D
domenica 13 settembre 2009
Salite e discese
Uno crede che una volta che le cosa vanno bene, che hanno preso l'anda della felicità, la strada sarà sempre in discesa, basta prendere più spinta e la goduria aumenta, diventa vertiginosa, e si sarà sempre più felici finché si raggiunge il trampolino della fortuna e si vola nel nirvana del perfetto culo.
Non è così.
Subito dossi, cunette, sassi in mezzo alla strada, e sbandate fuori dai tornanti. E davanti a noi, una gran salita che non si vede la cima.
Stefano Benni, "Saltatempo"
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